sabato 2 febbraio 2013

Arbres



Titolo Alberi. (Testo francese a fronte)
Autore Prévert Jacques
 


Stampato per la prima volta nel 1968 Alberi è una raccolta che possiede ancora(ma forse anche di più), se mai l’avesse persa, la pienezza di senso, di attualità, di pregnanza politica che aveva al tempo della sua composizione. Di sicuro è uno dei miei libri preferiti, l'ho regalato a persone care e l'ho messo in palio per dei concorsi, fatto girare nel bookcrossing. E' un libro di poesia si certo ma oltre ad essere un capolavoro è un manifesto ecologista e quasi una dichiarazione d'amore per gli alberi...

Descrizione
La questione ecologica oggi ha varcato i confini della coscienza individuale per ricoprire un ruolo da protagonista nell'agenda politica mondiale e sulle prime pagine dei giornali. Ma molto prima che diventasse una priorità condivisa e innescasse un dibattito ideologico, è giunto il fiuto, l'istinto del poeta. Grazie a un lessico e a un'iconografia di incredibile attualità, Jacques Prévert conia veri e propri slogan da stampare sui manifesti o da gridare nelle piazze; così incisivi e potenti che, come scrive Edoardo Albinati nella sua introduzione, non crederci sarebbe quasi "segno di malafede, di cattiva coscienza".

Dice Albinati, nella sua bella introduzione al volume, che Prévert è stato capace di anticipare il pensiero ecologista moderno, ricollegandosi ai temi già trattati dai poeti romantici, ma sconosciuti ai più, e dargli una forma accessibile a tutti coniando “…l’intero vocabolario e l’iconografia (l’imagery) che ci accompagna e ci accompagnerà per un bel pezzo ancora”. E in effetti, come dargli torto leggendo versi come questi:


Gli alberi parlano albero
come i bambini parlano bambino
Quando un piccolo
d’uomo e di donna
a un albero rivolge la parola
l’albero gli risponde
il piccolo capisce

In seguito
il bambino parla arboricoltura
con i maestri e i genitori
Più non intende la voce degli alberi
non sente più
la loro canzone al vento

Eppure
talvolta una fanciulla
lancia un grido disperato
In un giardino
di cemento armato
di erba vizza
e di lurida terra.
….

Non ricorda a tutti e a ciascuno qualcosa? Una storia attuale che abbiamo vissuto? Una sensazione provata? Una emozione dolente? Per alberi scomparsi improvvisamente dal nostro orizzonte quotidiano per fare posto ad un marciapiede o a una pista ciclabile, ad un nuovo edificio, a un vuoto angosciante e silenzioso…

I giorni degli alberi
presero a peggiorare
gli uomini disprezzavano gli alberi
gli uomini disprezzavano le donne
bisognava sentirli
tutto il santo giorno
Inutili come un fiore
stupidi come l’amore
insipidi come la libertà.

Quando nel loro campo visivo
un albero spuntava ancora
vedevano verde
verde di rabbia del rimpianto

(da La Speranza Verde)

Ma Prévert non si limita alla denuncia, a sollecitare emozione, al lancio di uno slogan indica la strada dell’azione, simile a quella già tracciata da Jean Giono, ma più “cittadina”, più vicina al suo essere “umanissimo commediante urbano”, precorritrice e ispiratrice dei “guerrilla gardeners” di oggi:

 
Quello che pianterà
un albero segreto
in Rue Pillet-Will
non vedrà il suo nome inciso
su nessuna facciata
ma i passanti senza saperlo
gli saranno assai riconoscenti
ascoltando in questa strada accattona
stretta e vedova di tutto
un’arietta musicale
verde insolita
salutare.


Prèvert è il poeta dell'amore, forse non è il mio poeta preferito ma mi piace leggerlo e ascoltarlo, vi regalo un classico della sua poesia con le immagini degli alberi ...non conosco abbinamento più bello...


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