martedì 29 luglio 2014

Kriya Yoga-Mudra e significati-

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Kriya Yoga (dal sanscrito kriya, "azione" e yoga, "unione") è una particolare forma di Raja Yoga, l'ultimo dei percorsi yoga descritti da Patanjali, definito la Via Regale di unione con Dio attraverso la meditazione.
Con questo termine si fa riferimento ad una pratica spirituale diffusa in occidente a seguito degli insegnamenti rivoluzionari  di Paramhansa Yogananda a partire dal 1920.Di Yogananda abbiamo parlato più volte e ho recensito diversi suoi testi, lo considero uno dei miei maestri spirituali, anche se probabilmente sono molto lontana dai suoi insegnamenti ancora. 


Tuttavia anche io ho provato in alcuni periodi della mia vita degli esercizi yoga, soprattutto nel periodo precedente al parto e durante la gravidanza, non potendo seguire corsi a causa di una grave iperemesi gravidica ho comprato un libro che conservo ancora e a cui sono molto grata perché ne ho tratto molto beneficio: Manuale pratico di yoga per il parto di Janet Balaskas. Dopo questa esperienza avrei sempre voluto seguire un corso di yoga ma tra gli impegni e gli orari impossibili dei corsi ho sempre dovuto rimandare, ho però eseguito nel corso degli anni alcuni semplici esercizi che vanno ad integrarsi allo Yoga: i mudra. Ho creato a questo proposito delle schede con i quattro esercizi che eseguo con maggiore frequenza in attesa di leggere un titolo che mi è stato proposto oggi 



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Kriya Yoga


Questo libro presenta per la prima volta il Kriya Yoga in modo completo e accessibile, nelle sue molteplici sfaccettature: dalla sua storia alla sua filosofia, dal suo funzionamento sottile a come prepararsi all’iniziazione. Un testo prezioso per tutti coloro che desiderano conoscere o approfondire questa antica scienza, mantenuta a lungo segreta. E non solo: anche una miniera di pratici strumenti e tecniche per chiunque affronti la meravigliosa avventura del viaggio interiore! Per leggere un'anteprima del libro cliccate qui. Quante volte, ad esempio, ci è capitato di muovere o tenere le nostre mani in una certa posizione senza che ce ne rendiamo conto e senza saperne il motivo.
Molti di noi pensano che questo comportamento sia solo un’abitudine o un modo per esprimere sé stessi.
Capita spesso però di tenere le mani sempre in una certa posizione e a noi preferita. Bene in questo caso, molto probabilmente, ci stiamo inconsciamente curando e stiamo facendo il cosiddetto yoga delle mani ossia"Mudra".
Le mudra (gesti simbolici delle mani),insieme alle  pranayama (tecniche respiratorie) e ai mantra (suoni) vanno ad integrare e potenziare le asana (posizioni o posture utilizzate in alcune forme di yoga) allo scopo di modificarne o potenziarne gli effetti.
Le mudra si trovano nell’arte e nei rituali di molte tradizioni sacre, tra cui l’Induismo e il Buddhismo. Le loro origini sono quasi sconosciute, ma si crede che ogni gesto sia la naturale espressione di un preciso stato interiore. Le più note rimandano alle qualità di un bodhisattva: un “guerriero yoga” che combatte impavido per porre fine alle sofferenze di tutti gli esseri.
 Si può pensare alle mudra come al linguaggio dei segni che nasce da una mente aperta e un cuore consapevole e accresce di devozione la pratica. Se le si esegue durante gli asana, la meditazione, il pranayama, o i kirtan (canti) si placa il rumore incessante dei propri pensieri.

COMUNICAZIONE NON VERBALE Le mudra richiamano alla mente due principi fondamentali della filosofia yogica. Il primo è che ognuno di noi è già ciò che sta cercando, o almeno ha in sé un seme del la virtù che vuole coltivare. Ma questo sfugge alla coscienza individuale perché è molto più facile vedere coraggio e saggezza nelle storie e nelle immagini di divinità indù o del Buddha che osservare come tali qualità risiedano anche dentro di noi. Il secondo è che la pratica delle mudra può aiutare a trovare la giusta via per tradurre le buone intenzioni in azioni concrete. Solitamente ciò che facciamo ha una valenza comunicativa maggiore rispetto alle nostre parole. Questi gesti sacri sono un chiaro esempio di come le azioni rivelino le motivazioni più profonde: rappresentano, cioé, il ponte tra l’esperienza spirituale interiore e le interazioni esterne con il mondo.

Mudra(sigilli) è un termine sanscrito riferito a particolari posizioni delle mani e delle dita con valenze simboliche e rituali. La gestualità delle mani è sempre state in tutte le culture una forma spontanea di espressione e comunicazione a cui si fa spesso ricorso nella vita di tutti i giorni per sostituire o rafforzare la comunicazione verbale.

All'origine la funzione dei mudra era quella di esprimere attraverso i gesti, i concetti caratterizzanti una data divinità o la forma in cui essa si manifesta negli uomini. Questi venivano praticati prevalentemente nei paesi orientali ( es.India) in ambito religioso e spirituale e nelle pratiche yoga.
Nella nostra cultura occidentale e in ambito religioso venivano praticate particolari gestualità con le mani, come testimoniano i tanti dipinti esposti in musei e chiese. Anche se a queste particolari gestualità non sono stati attribuiti termini specifici, in sostanza hanno le stesse funzioni dei mudra praticati in Oriente.

Grazie al diffondersi della pratica yoga e correnti religiose orientali nel mondo occidentale abbiamo iniziato a conoscere e ad apprezzare i mudra che in questi ultimi tempi vengono praticati in tutto il mondo non solo per accompagnare pratiche yoga o per raggiungere un certo equilibrio spirituale, ma anche per ottenere benessere fisico-emotivo-mentale.
Nelle mani e nelle dita sono presenti diverse terminazioni nervose e vi scorrono dei meridiani. Nelle punte delle dita in particolare terminano i meridiani principali e di conseguenza se si riesce a sboccare uno di questi, l'organo del corpo corrispondente ne trarrà beneficio.

I mudra possono essere praticati da seduti, sdraiati o mentre si cammina e comunque in uno stato rilassato. La pressione delle dita deve essere piacevole e leggera. Alcuni autori sostengono che si possono praticare in svariati luoghi come ad esempio: alla fermata dell'autobus, in sala d 'attesa, davanti alla tv ecc.. L'importante è che, indipendentemente dal luogo, si riesca a raggiungere uno stato rilassato e sereno, stato che solo pochi riescono a raggiungere in ambienti caotici o rumorosi grazie a lunghi allenamenti e pratiche meditative.
Ad ogni modo sarebbe meglio praticarli in ambienti sani e tranquilli anche solo per 5 minuti alla volta.
Alcuni mudra sono accompagnati da particolari tecniche di respirazione e visualizzazione e altri da particolari suoni verbali ripetuti ( es. Om). Per ottenere i maggiori benefici alcuni di essi vanno eseguiti per una durata che va dai 3 ai 30 minuti per 2 o 3 o 4 volte al giorno, negli stati cronici qualcuno consiglia di eseguirli per 45 minuti una volta al giorno oppure 15 minuti per 3 volte al giorno. Altri vanno fatti solo in caso di emergenza e solo quando è necessario. E' bene non eseguire troppi mudra alla volta e non aspettarsi risultati istantanei, a volte occorre un po? di tempo per raggiungere la guarigione completa.
Ed ora vi propongo le mie quattro schede, che ho integrato con alcune similitudini naturali...spero vi piacciano...appena avrò letto il nuovo libro ne curerò una recensione per voi!
Buon Yoga a tutti!

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Dharmachakra viene tradotto con “ruota/veicolo del dharma” e rappresenta la sincerità del cuore. La sua mudra collega ciascuno ai desideri più profondi in modo da creare, insegnare, guarire o aiutare. Per sperimentare il valore di questo gesto è possibile sedersi in Baddha Konasana (Posizione Legata ad Angolo) o in altra posizione, e pensare a una dimensione della propria vita verso la quale si vuole indirizzare la propria energia, domandandosi “Qual è il prossimo passo?”, “Come posso cominciare?”. Porta le mani all’altezza del cuore: la punta del pollice di ciascuna mano tocca la punta dell’indice. Ora rivolgi il palmo destro verso l’esterno e quello sinistro verso l’interno, verso il petto. La punta del dito medio sinistro deve toccare leggermente l’estremità del pollice destro.



LOTUS MUDRA-Padma Mudra -Padma significa loto.
Nel Buddhismo il Fiore di Loto rappresenta l’apertura del cuore. Il fiore nasce sulla superficie dell’acqua, ma le sue radici sono immerse nel fango. Questo contrasto lo rende un simbolo di luce e bellezza che emerge dall’oscurità. Praticando la Mudra del Loto in Vrksasana (Posizione dell’Albero), con le mani tenute al centro del cuore, ci si sente legati alle proprie radici. E ci si ricorda che la più grande fonte di stabilità nella vita è un cuore consapevole. Sedersi in Padmasana (Posizione del Loto) con le mani in questa mudra significa eseguire una meditazione metta (amabile, di bontà), assistere, cioé, al risveglio del proprio cuore. Unisci le mani e fai in modo che la parte finale dei palmi, la punta del pollice e la punta del mignolo si tocchino. Tieni le dita separate e lascia che fioriscano come petali di un fiore.
Il mudra si effettua portando i palmi delle mani e le dita a contatto fra loro e separando poi indici, medi e anulari. In modo da creare uno spazio fra la nostra mano destra e la nostra mano sinistra. 
Questo spazio è ciò che accoglierà la luce del Divino, la sua Grazia e la sua Benedizione. Padma Mudra ci apre alla forza divina e ci permette di ricevere tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Padma Mudra bilancia Vata, Pitta e Kapha e stimola Prana, Apana e Vjana, dirige il respiro all'altezza del Cuore e della Gola e ha effetti riequilibranti sul sistema nervoso, immunitario e respiratorio. Padma Mudra cura il cuore e tutte le ferite della vita.


Jnana Mudra il gesto della conoscenza intuitiva
Jnana significa saggezza. Il sigillo della conoscenza. Si compie portando a contatto tra loro la punta del pollice e dell'indice a formare un anello verso l'alto. Le restanti tre dita restano unite e distese. La simbologia di questa mudra è l'essenza dello yoga: l'unione tra il piccolo e grande Sé, tra l'Atman col il Brahman. L'indice rappresenta lacoscienza umana ed il pollice la coscienza cosmica. Se il pollice va a premere sull'unghia dell'indice la mudra assume un significato di arrendevolezza alla volontà divina. Se l'indice si posizione sopra il pollice si va a rinforzare il lato egoico della persona. Un errore comune infatti nello Jnana Mudra è quello di unire pollice e indice, in realtà il pollice è SOPRA l’indice.
Nella tradizione buddhista è conosciuto come Vitarka Mudra. E' la mudra che viene usata maggiormente ed universalmente a sostegno della pratica e delle tecniche meditative.
La pratica regolare di questa mudrâ aiuta a stimolare la memoria, la concentrazione ed il processo di apprendimento; gli yogin affermano che parte di questi effetti sia dovuta ad un accresciuto afflusso sanguigno e ad una migliore circolazione cerebrale causata da una pratica prolungata.
Il dorso delle mani è appoggiato alla parte superiore delle ginocchia con abbandono. Così formiamo un triangolo con le braccia, che ha come vertice la testa; se la nostra colonna vertebrale sarà eretta, rappresenteremo quella tensione verso l'alto che ognuno vive, specialmente quando gli occhi sono chiusi e la concentrazione è intensa.
Un senso di calma profonda, se rimaniamo in silenzio in questa posizione qualche secondo, ci pervade e ci colma, preparandoci alla meditazione o al prânâyâma.
Jnana mudrâ ci aiuta a scendere nel nostro profondo. Le mani sono appoggiate, come abbiamo detto, sulla parte alta delle ginocchia. Pollice e indice sono uniti: l'unghia dell'indice sarà a metà del pollice, così da formare un cerchio, simbolo di unità; le altre dita sono invece unite e tese, il palmo è rivolto verso l'alto. Il pollice rappresenta il sé profondo e l'indice il nostro ego. Quando l'ego scompare e si fonde nel sé, l'essere è realizzato.
In questo gesto, l'uomo vive quella linea lontana che è l'orizzonte, che unisce in un unico afflato cielo e terra.

YONI MUDRA

L'incastro delle dita in questa pratica crea un collegamento incrociato completo delle energie da destra a sinistra e viceversa. Così come bilancia le energie del corpo, aiuta anche a bilanciare le attività degli emisferi destro e sinistro del cervello.Questo rende il corpo e la mente più stabili nella meditazione e sviluppa una maggiore concentrazione, consapevolezza e rilassamento fisico interno. Reindirizza l'energia dentro al corpo che altrimenti sarebbe dispersa. La parola yoni significa grembo o origine. Il mudra yoni invoca l'energia primordiale insita nel grembo materno o fonte di creazione. Per formare lo Yoni mudra, le mani assumono la forma a mandorla con i pollici uniti estesi verso l'alto. Le dita sono unite alle punte estese verso il basso.
Yoni è la fonte della vita e viene indicato come simbolo del potere creativo . Questa meditazione mudra , sarà effettuata utilizzando il rilassamento della mente e si concentrerà sulla creazione . Yoni mudra è il contatto con l'energia femminile e simboleggia il grembo materno ma non solo... è il contatto con l'energia femminile nell'universo e quindi anche con la Natura e la Terra e con tutti i tipi di azioni correlate a questo tipo di energia che richiedono creatività e intuizione .
Questo mudra è congeniale per le donne in gravidanza o che cercano una gravidanza e per tutti coloro che hanno bisogno di riconnettersi con il proprio centro di creazione.


(Valentina Meloni)



mercoledì 11 giugno 2014

Donne polvere

 Donne polvere

fotografia di Annalisa Marino 

Parlo  e scrivo sempre di alberi ma, stavolta, dico la verità, vorrei farne a meno… Il mango, Mangifera indica,  un albero meraviglioso, il cui frutto è uno dei miei preferiti,  simbolo di un paese  dalle molte contraddizioni, il paese di Mahatma Gandhi, di Osho Rajneesh, di Vandana Shiva  e Mātā Amṛtānandamayī, detta Amma, “la santa che abbraccia” è sulle pagine di tutti i quotidiani in una foto che ritrae due giovani cugine impiccate ai suoi rami. E pensare che a  una nuova varietà di mango, coltivata nel famoso centro di produzione di Malihabad nell'Uttar Pradesh, in India, è stata dato il nome di Nirbhaya, in memoria della ragazza ventitreenne di Delhi brutalmente aggredita e uccisa il 16 dicembre 2012. Il suo produttore, Kaleemullah Khan, ha affermato che questa varietà è il suo modo di onorare il coraggio e lo spirito della giovane fisioterapista assassinata. Sempre il mango però si trova al centro di un’altra tragedia, ai suoi rami lo scorso 29 maggio 2014 cinque uomini hanno impiccato, dopo averle violentate e uccise due cugine di 14 e 15 anni.
Le chiamerò Indira e Kamala (nomi scelti non a caso) perché non conosco il loro vero nome… Forse non hanno diritto neppure ad un nome le donne dalit, casta originata dalla polvere che copriva i piedi di Brahma.
Credo di aver controllato ogni articolo in rete in cerca di queste due ragazze di 14 e 15 anni, la cui unica colpa è stata quella di appartenere alla casta degli intoccabili, una casta inferiore, anzi una non casta[1] e di non possedere un bagno in casa. Sì perché oggi, in India, “andare in bagno” può costare la vita. Non agli uomini certo, parliamo di donne... Nonostante l'esistenza di garanzie a livello costituzionale e di leggi speciali, in tutta l'India i dalit, soprattutto le donne, sono sottoposti a molteplici livelli di discriminazione e violenza" - ha dichiarato Divya Iyer di Amnesty International India. "Gli appartenenti alle caste superiori usano la violenza sessuale contro le donne e le ragazze dalit come strumento politico per punirle, umiliarle e riaffermare il loro potere". 
Donne, loro “razza inferiore, trattate come animali, “cose di nessuno” da catturare, soggiogare e ammazzare. […] Si recano nei campi per fare i propri bisogni all’aperto, all’alba, prima che si sveglino gli uomini, e al calar della notte, quando occhi di uomini, anche quelli di famiglia, non le vedano, perché il loro pudore non sia offeso-il pudore degli uomini. La muta degli uomini che bracca le ragazze mentre vanno vergognose e spaventate nel loro buio mostra la bestialità degli stupratori e il conto che fanno delle loro prede, femmine…” scrive A. Sofri su Repubblica. Questo articolo titola così: “Stupri in India, l’albero della vergogna diventa un simbolo”.
Il mango era già un simbolo, ma era il simbolo di un paese illuminato da una spiritualità tangibile, oggi invece è il simbolo della barbarie, della più truce esibizione di superiorità che vede le donne come trofei da esibire in cima agli alberi. Sono finito in India perché secondo me l'India è l'origine di tutto, è il punto di partenza di tutto [...]. L'India è ancora un paese dove il divino è nella quotidianità della gente, nei gesti [...]. Scrive così Tiziano Terzani in Anam il Senzanome. Che avrebbe detto, che avrebbe scritto Tiziano di questa quotidianità divina che vede la donna immolata come un agnello sacrificale? Una quotidianità che sta diventando un gioco da ragazzi, come lo ha definito il capo del partito di maggioranza, e un oltraggio a una terra che  noi occidentali abbiamo forse mitizzato con Siddharta, senza riuscire a coglierne davvero le contraddizioni e l’incipit di una regressione spirituale senza tempo. Certo, chi siamo noi per giudicare un paese così lontano dal nostro vivere? Noi, che siamo ancora appesi ad un retaggio culturale di cui non possiamo di certo vantarci, che ancora discutiamo sui motivi che portano alcuni uomini a fare violenza: “non era una buona madre, portava la minigonna, era una poco di buono, era solo una prostituta” e via dicendo, sono solo alcuni dei luoghi comuni che insozzano la nostra coscienza lavata in candeggina. Noi che disprezziamo e ignoriamo il vero significato della parola femminicidio, credendola una parola di genere, sessista, discriminante per il genere maschile, senza conoscerne la nascita, la storia, il significato civile e l’origine, certo, non italiana, ma non per questo meno degna di conoscenza.
Tappiamoci gli occhi in casa nostra che si sa, l’albero del vicino è sempre più alto e verde, ebbene allora guardiamo cosa accade in India, nonostante l’inasprimento delle leggi[2], ma non per ripulirci la coscienza di quel che accade qui, semmai  per prendere coscienza di un incipit di violenza che ci riguarda da vicino: è di poche ore fa, infatti, la notizia di un altro femminicidio avvenuto in provincia di Catania.
Baudan, Sitapur, per noi nomi senza una collocazione, sono i luoghi delle tragedie che si sono consumate in India in questi giorni ma che si perpetuano da anni: stupri di gruppo, mattanze e sposalizi con bambine. Quest’ultimo orrore fa parte di un retaggio culturale che non si è fatto scalfire neppure dall’Onu con la negata firma della risoluzione contro la pratica delle “spose bambine”[3]. Anzi, con l’aumentare degli stupri, sposare le donne in giovane età è stato elevato ad efficace tutela contro gli stupri dai gram panchayat (una sorta di consiglio del villaggio, l’unità minima dell’amministrazione pubblica indiana) dello stato dell’Haryana: secondo loro, infatti, passando dalla cura del padre a quella del marito in tenera età, il rischio che la ragazza- raggiunta la pubertà- compia azioni giudicate immorali – come il sesso prematrimoniale – si riduce sensibilmente! Non si discute però dell’eventualità di una gravidanza precoce col rischio di morte per una bambina!
E noi restiamo a guardare, perché – diciamolo- non è che possiamo vantare una grande civiltà nei confronti dell’infanzia violata (vedi Vaticano, asili e scuole o le stesse famiglie), e quindi la storia di kamala e Indira  dovrebbe far riflettere quanti si scandalizzano, quanti tacciono e non si indignano in nome dell’innocenza. Negazionisti, bigotti, benpensanti, giudici e testimoni corrotti e tutti quanti non credono ai risultati delle perizie che, nelle vicende di Rignano Flaminio per esempio, senza margini interpretativi, hanno ricollegato le sintomatologie riscontrate sui minori a traumi di natura sessuale. Assolti con formula piena tutti gli accusati. Non ho visto né sentito nessuno indignarsi- a parte certo- i genitori dei bambini. Indignati e preoccupati, ma anche rabbiosi per giustizia mancata (come spesso accade nel nostro bel paese) i genitori italiani e i genitori indiani, accanto ai quali però si schiera l’intera popolazione del villaggio, attorno all’albero di mango, attorno ai corpi appesi  e inanimati, di due ragazze che per molti resteranno senza nome, come tante altre citate sempre come “ragazze indiane”, “una donna di 22 anni” ecc… Mi dico che la scelta di non divulgarne i nomi potrebbe essere stata dettata dal bisogno di proteggere le famiglie per nulla tutelate dalla legge, ma leggendo le notizie senza trovare la storia  e i nomi di queste e altre vittime dell’ignoranza più bieca mi è venuto in mente (non so poi perché… o forse sì?) il passo di “Se questo è un uomo” di Primo Levi in cui descrive la deportazione degli Ebrei nel campo di concentramento:
“Con la assurda precisione a cui avremmo più tardi dovuto abituarci, i tedeschi fecero l'appello. Alla fine, - Wieviel Stück? - domandò il maresciallo; e il caporale salutò di scatto, e rispose che i «pezzi» erano seicentocinquanta, e che tutto era in ordine;” [4]
Senza nome anche le donne sono condannate ad essere numeri, numeri di sondaggi e di morte o peggio… pezzi, pezzi di un mondo in rovina, pezzi di una battuta di caccia, ma anche pezzi rubati alla vita, alla loro vita, che non potremo più proteggere, conoscere e neppure ricordare!
- Quanti pezzi? – Le donne non vogliono essere contate eppure lo stiamo facendo, stiamo contando e ci stanno contando… ancora!
E’ nostro dovere ricordare, ed è nostro dovere riflettere e non ignorare ciò che sta accadendo, per questo è necessario dare un nome agli eventi, alle donne, ai femminicidi, alle persone.
Faccio un appello ai giornalisti: date un nome a queste ragazze, non buttatele nel mucchio delle morti per cui “tanto non si può far nulla”. Le donne dell’India sono belle, le donne dell’India sono forti, le donne dell’India chiedono aiuto.
Le donne dell'India non ti guardano. Camminano intente, recando in capo la brocca, in mano il cesto, sul fianco il bimbo piccolo, dietro i grandicelli, nel ventre il prossimo. Non occhieggiano, non civettano, non smorfiano. Il fine della donna indiana non è l'uomo, è il figlio.[…] scriveva Piero Scanziani nel suo “Verso l’Oriente”…   Certo, il fine della donna indiana è il figlio, sempre sperando che sia un figlio e non una figlia...
Indira e kamala- come le ho chiamate- nate dalla polvere e alla polvere tornate, per me saranno sempre legate allo spirito del mango, con loro tutte le altre ragazze e donne senza nome, private della dignità, private della vita, che non posso e non voglio dimenticare, come non posso e non voglio chiudere gli occhi sulla conta, più o meno silenziosa, che sta avvenendo…ancora.

(Valentina Meloni)

Mangifera Indica 


Appese ai rami dell'albero sacro 
vi chiamerò Kamala e Indira* 
i piedi al vento, nudi e liberati 
le vesti dai colori accesi. 

Ondeggiate come steli al prato: 
fiori recisi in mezzo al campo; 
voci negate da una corda-cappio 
polvere siete, polvere ritornerete... 

Ma, per adesso, state spente e quiete 
così, cullate dall'albero di mango, 
foglie appassite senza avere sete 
figlie di un Dio dai piedi di fango. 

Ma perché adesso più non vi svegliate? 
(forse cullate da un muto lamento) 
Le dita lunghe, abbandonate al pianto 
di chi vi cerca e non vi può chiamare...

(Valentina Meloni)




[1] Brahma, l'aspetto creatore di Dio secondo l'Induismo, creò gli uomini traendoli dalle varie parti del suo corpo, generando così le caste:
"brahmini": custodi della scienza e sacerdoti, originati dalla bocca;
"kshatriya": guerrieri e governanti, originati dalle braccia;
"vaishya": agricoltori, pastori e commercianti, originati dal ventre;
"shudra": servi, originati dai piedi.
Infine, i dalit, originati dalla polvere che copriva i suoi piedi.
[2] L'India ha reso più rigide le sue leggi contro lo stupro lo scorso anno, dopo le proteste scoppiate in tutto il Paese per il crimine in crescita, che la cultura conservatrice e l'atteggiamento passivo delle autorità e della polizia non contribuiscono a contrastare. Secondo i dati, nel Paese di 1,2 miliardi di abitanti avviene uno stupro ogni 22 minuti. Gli attivisti ritengono però che questa cifra sia inferiore alla realtà, perché molte vittime non denunciano le violenze subite.

[3] Dopo la cerimonia delle nozze, le spose bambine dovrebbero tornare nella casa dei genitori fino alla prima mestruazione, ma i genitori che hanno fretta di disfarsi di loro le consegnano subito alla famiglia dello sposo.
Rari sono i matrimoni d'amore, sostituiti da quelli combinati dai genitori della ragazza che la cedono a  un uomo di 30-40 anni, il quale la prende in sposa che non ha più di 12 anni; a causa della grande differenza di età esse corrono il rischio di rimanere vedove prematuramente, finendo relegate in una casa per vedove.
Con il matrimonio le spose bambine abbandonano la famiglia e la scuola per andare a vivere con il marito nella capanna dei suoceri, dove si occupano di tutte le faccende domestiche; il loro compito principale è mettere al mondo quanti più figli maschi possibile anche se il loro giovane corpo non è in grado di sopportare il peso di molteplici gravidanze: così si rischia che la madre non sopravviva al trauma del parto e che anche i neonati abbiano poche possibilità di vivere. Dopo aver dato alla luce due o più figli, le ragazze vengono poi spesso abbandonate dal marito che prende un'altra giovane in sposa. Tuttavia solo cinque bambine su cento hanno il coraggio di denunciare le violenze subite. 

[4] da “Il viaggio” – Se questo è un uomo – Primo Levi

lunedì 10 marzo 2014

Milioni di donne in marcia contro l'endometriosi












MARCIA SU ROMA

Un fiocco giallo per essere solidali. Una città, milioni di voci unite per rompere il silenzio e dare voce a una sofferenza sommersa e semisconosciuta. Due miliardi di donne nel mondo, tre milioni solo in Italia marceranno in cinquanta paesi diversi per uscire allo scoperto e proclamare a gran voce i propri diritti.
Il giorno 13 marzo 2014 una marea gialla invaderà le strade e le piazze di Roma, donne affette dalla patologia, i loro compagni, amici e simpatizzanti provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento alla fermata metro di Colosseo per dare vita al corteo che, superata Isola Tiberina, si fermerà a piazza Castellani dove sarà possibile sensibilizzare e informare i cittadini con volantinaggio e azioni di flash mob coordinato.

PERCORSO  (link mappa)


Il percorso prevede due partenze, una dalla fermata metro Colosseo alle 13.00 con un percorso di circa due Km e un'altra con un percorso più breve pensato per chi ha problemi a camminare (700 mt circa) dalla fermata metro Circo Massimo alle 13.30. I due cortei si daranno appuntamento a Piazza Castellani alle ore 14.00 circa. L'evento è stato  organizzato con tenacia e caparbietà da Alina Migliori, una ragazza affetta  da endometriosi, che ha deciso che l'Italia doveva esserci e partecipare e far sentire la sua voce in un evento dall'eco mondiale in cui non potevamo mancare. In collaborazione con altre quattro donne volenterose come lei: Tamara, Marzia, Chiara e Alessandra, Alina ha creato un gruppo di sostegno per tutte le donne che intendono partecipare all'evento mettendo a disposizione di queste tutte le informazioni necessarie e gli aiuti possibili. 

Volantino informativo da stampare e diffondere

CONDIVIDENDO

Se andate nel gruppo Endometriosi marciamo su Roma più altre idee troverete oltre alle informazioni necessarie a muovervi: i volantini da stampare autonomamente (li vedete qui sopra) il logo da far stampare sulla maglietta e il logo da appendere sul badge con il proprio nome, così da creare una rete di persone che possono aiutarsi autonomamente nelle varie fasi della manifestazione, anche se non si sono mai viste e conosciute prima. Ricordo, infatti che le donne che partecipano sono malate e molte di loro potranno aver bisogno di aiuto, confido, essendo romana di nascita, nell'aiuto e nella complicità della popolazione romana, che sono certa non mi deluderà!

Logo maglietta
La pagina fb dell'evento creato da Alina raccoglie per ora 360 partecipanti, più o meno quanto il gruppo di cui parlavo sopra. Quante saremo? Non abbiamo una stima ufficiale, spero però che saremo in molte, moltissime di quelle tre milioni di donne in Italia e che seppure il giovedì è un giorno lavorativo ci saranno i compagni e gli amici e le amiche a fare da spalla!
badge di identificazione p. nome per partecipanti

ENDOSUPPORT


Il colore della manifestazione è il giallo, ogni partecipante porterà almeno un capo di vestiario di questo colore per solidarietà con tutte le altre donne del mondo affette da endometriosi che in occasione di questa giornata si faranno sentire e vedere!
Questa è la mia bacheca Pinterest con le infografiche sulla malattia e le immagini gialle da scaricare e condividere in segno di solidarietà! Quanti di voi saranno solidali? Spero tanti!


COS'è L'ENDOMETRIOSI? GUARDA IL VIDEO


PROGRAMMA EVENTI

La Giornata mondiale dell'endometriosi è riconosciuta da varie società scientifiche internazionali, sensibilizzate dall'American Medical Association e dall'American College of Obstetrics and Gynecology negli Usa. In Italia sarà Roma come abbiamo visto il teatro di eventi, incontri e conferenze. Il programma di eventi avrà inizio la mattina:
Dalle 10 alle 13 del 13 marzo, nell'Aula magna della Clinica ostetrica e ginecologica dell'università La Sapienza-Policlinico Umberto I si terrà una conferenza con medici e associazioni, alla quale le pazienti sono invitate a partecipare. Il sindaco di Roma Ignazio Marino aprirà la sessione pomeridiana degli appuntamenti, alle 17 dalla Sala della Protomoteca del Campidoglio: medici e delegazioni di associazioni di pazienti parleranno al pubblico della malattia.


Ci saremo anche noi davanti al Campidoglio per rafforzare le richieste.Cosa chiediamo? Prima di tutto ascolto e poi concretezza!

DIRITTI

In Italia vi è, dal punto di vista legislativo, una situazione di stallo. A ottobre del 2012 l'endometriosi è stata inserita nelle tabelle dell'INPS come causa di invalidità civile. Il mese successivo, però, l'aggiornamento delle tabelle è stato bloccato ed è tuttora fermo. Le nuove tabelle aggiornate con le patologie dell'apparato riproduttivo femminile compresa l’endometriosi non sono ancora in uso perché non è ancora stato firmato il decreto legge sulla modifica. Le tabelle in uso ai medici di commissione sono quelle del 1992 e si attende la firma. Scendiamo in piazza per chiedere che quella firma sia finalmente apposta. Sarebbe auspicabile che la malattia fosse inserita nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, perché alle donne affette venga garantito un minimo di prestazioni sanitarie gratuite, considerando che il massimo punteggio acquisibile per l'endometriosi è del 30% -35%, punteggio che, purtroppo, non dà diritto a nessun tipo di beneficio sia per quanto riguarda le prestazioni mediche che i farmaci.

SPESA PUBBLICA

Consideriamo che la spesa media sanitaria per le donne affette da endometriosi è altissima, che i farmaci per le cure sono a pagamento, l'ultimo farmaco che pare avere effetti di riduzione delle lesioni a base di Dienogest in Italia commercializzato da Bayer ha un costo di circa 60 euro a scatola (cura per un mese) e non è rimborsabile. Consideriamo che l'endometriosi è una malattia spesso associata ad altre del sistema immunitario e che colpisce una larghissima parte della popolazione attiva, in età riproduttiva. In Italia il 50% delle donne tra i 29 e i 39 anni è affetta da endometriosi.Che circa il 70% di queste donne lamenta problemi di infertilità e quindi alla spese mediche che sono di circa 54.139.000 euro in Italia  vanno aggiunti i costi relativi ai trattamenti di procreazione medicalmente assistita che hanno come indicazione l'endometriosi. Consideriamo tutto questo capirete perché siamo qui a chiedere aiuto!

COSTI SOCIALI-LAVORATIVI

L'endometriosi è stata proclamata malattia sociale. E' facile individuarne i motivi. I costi sociali otre che personali di questa patologia sono altissimi, perché colpisce la parte più produttiva della popolazione. Delle donne che lavorano affette da endometriosi : il 14% riduce l'orario di lavoro, un altro 14% abbandona/ perde il lavoro o chiede il prepensionamento, il 40% delle lavoratrici teme di parlare al proprio datore di lavoro della sua malattia per paura di conseguenze, il 32% perde almeno 5 gg lavorativi al mese per sintomi legati alla malattia.(Studio europeo EAPPG Endometriosis All Party Parlamentary Group).

RICERCA

Sono ancora troppo pochi i fondi destinati alla ricerca, in quanto questa malattia colpisce solo una parte di umanità-le donne-considerata la meno importante e la più debole economicamente. Per fare un esempio: in Usa la spesa pro-ca pite destinata ai fondi per la ricerca su Alzheimer è di 200 dollari pro-capite, contro i 0,4 dollari pro-capite destinati all'endometriosi.

PREVENZIONE E DIAGNOSI

Questa giornata è dunque molto molto importante e si inserisce in una serie di eventi tesi a sensibilizzare su questo tema (è terminata ieri la settimana di sensibilizzazione per endometriosi), è anche però un'opportunità per tessere la rete sociale delle donne affette dalla malattia, per conoscersi, per scambiarsi informazioni (i nostri medici  di base non sanno ancora indirizzarci verso strutture mediche adeguate specializzate nella malattia!), per divertirsi e socializzare, per informare, per fare prevenzione (il tempo medio di diagnosi è di 7/10 anni, ancora troppo troppo tempo!), per ascoltarsi, per concretizzare un'azione sinergica contro la malattia! Spero che ci saranno tanti tantissimi uomini a marciare pacificamente con noi!

COLLABORAZIONE

La giornata mondiale per l'endometriosi ha avuto un'eco maggiore grazie a questa marcia che altrimenti forse sarebbe passata inosservata in Italia, le associazioni per le donne affette da endometriosi  dovrebbero cooperare in un'azione sinergica di supporto e collaborazione attiva, è interesse comune raggiungere un obiettivo comune: il bene del malato. Saranno presenti anche loro e spero che questa giornata serva anche a creare un clima di maggiore collaborazione tra pazienti, medici, istituzioni , associazioni e persone comuni!

BUONA ENDOMARCH A TUTTI!

e...LIBERiAMOci DAL DOLORE!

p.s. ci sarò anche io ovviamente!

Vale



mercoledì 19 febbraio 2014

Ricette per un'alimentazione sana e naturale -The China Study-

The China Study - Le Ricette

Per un'alimentazione sana e naturale

usufruisci del 15% di sconto sul prezzo di copertina cliccando qui
"Le ricette presentate in queste pagine sono in linea con il messaggio di salute contenuto nel libro The China Study e sono redatte con l’intenzione di aiutare i lettori a preparare pasti veloci e nutrienti dopo una lunga giornata di lavoro"
T. Colin Campbell
Qualche settimana fa un caro amico mi ha regalato un libro di ricette che è anche un suggerimento di stile di vita. Il libro "Un gusto superiore" è basato sugli insegnamenti di A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada che ha fondato l'associazione internazionale per la coscienza Krishna. In questo libro del 2003, che, non credo si trovi in commercio , si spiegano i valori spirituali del vegetarianesimo e i vantaggi economici, igienici e morali di un'alimentazione sana e naturale. Inoltre nel libro si fa un excursus sulla storia del vegetarianesimo e sui grandi personaggi che hanno adottato questo stile di vita a partire da Platone, per passare a Leonardo Da Vinci, Tolstoj, Goethe, Gandi, Eintein, ecc... Il volume si chiude con molte ricette di facile preparazione per ottenere menù vari, gustosi e nutrienti. Io che sono stata prima onnivora, poi vegetariana, poi vegana, adesso di nuovo onnivora anche se con il mio stile naturale di cucina e preferendo sempre verdure e cerali alla carne e ai derivati animali, ho trovato molto interessante la lettura sebbene conoscessi già molte cose di cui ho potuto leggere. Tuttavia leggendo le ricette ho poi scoperto che molte di queste io le preparavo già da anni e senza aver letto questo libro, per esempio le polpette di melanzane, le farfalle con le zucchine, le frittelle di mele, e poi molti piatti di cucina indiana come le chapati, i pakora e i samosa...le focaccine naan!

Le focaccine indiane naan allo yogurth fatte da me!
 Tutte queste ricette le ho avute con il passaparola o chiedendo a volte anche a persone di altre culture.Però la lettura mi ha incuriosito e mi ha fatto riflettere anche sugli studi alimentari che sono stati fatti negli anni e di cui noi occidentali siamo ancora "digiuni", perdonatemi il gioco di parole!

Per esempio quello che sembra essere lo studio più completo sull'alimentazione mai condotto, è The China Study portato avanti da T. Colin Campbell e suo padre.
T. Colin Campbell, scienziato di fama internazionale, insegna Nutrizione biochimica alla Cornell University. Dopo il dottorato, ha lavorato per oltre vent’anni in varie Commissioni di ricerca della National Academy of Science collaborando alla stesura e allo sviluppo di politiche internazionali e nazionali sulla nutrizione e la salute. Esperto di alimentazione, ha cominciato i suoi studi e ricerche in questo campo oltre 50 anni fa.
Oggi asserisce che la sana nutrizione è la vera scienza biomedica del futuro. The China Study è la sua grande opera e contiene i risultati di uno studio lungo una vita. Thomas M. Campbell II ha collaborato con il padre, T. Colin, nella stesura di questa straordinaria opera.
The China Study è infatti considerato il libro più importante sull’alimentazione mai pubblicato e sta cambiando le abitudini alimentari di tantissime persone. Ci rivela come una dieta a base di proteine animali abbia effetti dannosi sulla nostra salute: dall’obesità al diabete, dalle malattie cardiache al cancro. Ci indica come, invece, una dieta a base vegetale abbia il potere di arrestare o invertire molte malattie e di mantenerci in perfetta salute.
Oggi mi trovo di fronte a un nuovo libro che parte da questo grande studio e ne mette in pratica le basi scientifiche 

The China Study - Le Ricette

Sono molto incuriosita perchè ho le mie ragioni di credere che queste ricette siano più che salutari e visto che la mia salute a causa della  malattia cronica che mi ha colpito diversi anni fa necessita di un'alimentazione equilibrata e naturale, oltre che priva di prodotti di derivazione animale, ho pensato che potrebbe essere il mio prossimo acquisto e il prossimo acquisto di tutte quelle persone che come me sono alla ricerca di un equilibrio naturale in ogni ambito della via, alimentazione compresa!

Le straordinarie scoperte scientifiche contenute in The China Study sono state utilizzate per realizzare questo  ricettario. Scritto da LeAnne Campbell, figlia di T. Colin Campbell e madre di due figli affamati, The China Study - Le Ricette presenta ricette vegane deliziose e facili da preparare, senza aggiunta di grassi, sale e zucchero.

Oltre 120 ricette vegetali e integrali. Dalla Focaccia dolce ai mirtilli ai Muffin al papavero e al limone, dalla Minestra aromatica di zucca al Tortino ai porri, dal Pane alle noci e uvetta all’Hamburger di ceci e spinaci, tutte le ricette di LeAnne seguono tre principi indispensabili per la nostra salute:
mangiare del buon cibo sano e non utilizzare integratori;
scegliere prodotti locali e possibilmente biologici;
utilizzare gli alimenti nella maniera più naturale possibile, scegliendo cibi integrali e poco elaborati o raffinati.

Ho scelto qualche ricetta vegetariana che mi è piaciuta e di cui vi linko il procedimento (basta cliccare sulla foto).

RICETTE

Gli Hamburger vegetariani sono un'ottima scelta per quei ragazzi che amano essere alla moda ma tengono alla linea a e alla salute: i ragazzi insistono per mangiare ogni tanto gli Hamburger ma... non sapete come fare?  Eccovi la soluzione! Una ricetta veloce e facile per preparare degli Hamburger alternativi, salutari e leggeri, in linea con i principi della dieta vegana.

Hamburger di fagioli



Un dolce alternativo, leggero e salutare e nuovo...per sorprendere i vostri amici!

Flan di zucca all’arancia



Vi capita di avere voglia di mangiare qualcosa di nuovo? Qualcosa di sfizioso ma salutare e alternativo? Questa ricetta vegetariana è l’alternativa giusta ai solito secondi ... Veloce, economica e salutare è davvero un peccato non provarla! Con questi sformatini ho sorpreso i miei amici anche incalliti onnivori!

Sformatini di catalogna e piantaggine



Questo stufato di lenticchie rosse e patate dolci è un piatto dal sapore delicatamente dolce o speziato che può essere gustato da solo o con un semplice raita (insalata indiana) preparata con yogurt di soia, semi di cumino tostati e cetrioli. Io ve lo consiglio speziato e accompagnato con le classiche focaccine naan.

Stufato Katmandu



Ecco una gustosa variante vegetariana dei soliti Burritos messicani di carne. Facilissimi da preparare, leggeri e sfiziosi. Un’idea originale per cambiare menu e provare ogni tanto qualcosa di nuovo.Sono sfiziosissimi provateli!

Burritos Messicani


...e questa invece è la mia ricetta per il  PANE INDIANO NAAN


Qui lo vedete accompagnato dalle lenticchie rosse stufate e da la gomma da cancellare! Scusate ma mentre mangiavo prendevo appunti per questo post! La ricetta del pane Naan è semplice perché questo alimento deve sposarsi perfettamente con ogni sapore, accompagnando ogni tipo di pietanza. 

Ingredienti:

400 gr. di farina 
200 gr. di yogurt al naturale
 1 cubetto di lievito di birra 
1 cucchiaino di miele 
Sale q.b. 

Ecco la ricetta che sta alla base dell’intera cucina indiana: quella del tradizionale tipo di pane chiamato Naan. Questo alimento, che accompagna immancabilmente ogni pasto, viene rigorosamente cotto nel forno Tandoor, che sostituiremo con una pentola antiaderente per rendere questa ricetta alla portata di tutti.

Preparazione:

Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida aggiungendo un cucchiaino di miele.
Disponete la farina su un piano di lavoro, aggiungete un pizzico di sale e versate, in una piccola cavità che avrete creato al centro, lo yogurt e il lievito sciolto.
Impastate fino a che non avrete ottenuto un composto morbido e omogeneo, dopodiché modellate una palla e lasciatela riposare in un recipiente coperto da un panno per un’ora circa.
Quando l’impasto sarà lievitato, dividetelo in piccole parti uguali e create delle palline.
Con l’aiuto di un mattarello stendete le palline per ottenere dei dischi alti circa mezzo centimetro. Per evitare che la pasta si appiccichi al mattarello durante questa operazione, spolverate lo strumento e la pallina di impasto con un velo di farina.
Mettete sul fuoco alto una padella antiaderente e, non appena è calda, cuocete il pane facendolo rosolare per un paio di minuti ogni lato.Appena messe su piastra le focacce iniziano a gonfiarsi facendo grandi bolle, dategli il tempo per gonfiarsi bene. Una volta totlte dalla padella spennellatele di burro chiarificato oppure ne mettete un poco in padella. 
Potete aggiungere all'impasto foglie di menta tritate o farcirle con formaggio fresco o patate speziate lesse (queste sono due varianti tipiche indiane), oppure possono accompagnare tutte le pietanze in maniera ottima. 

Accorgimenti:

Quando impastate il preparato di farina e yogurt fate attenzione a non creare grumi lavorandolo bene con le mani. Se si rivela troppo difficile da impastare aggiungete poca acqua, mentre se è eccessivamente liquido spolverate con altra farina.



A questo punto non mi resta che augurarci


mercoledì 25 dicembre 2013

Se un albero...


Se un albero scrivesse l’autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo.
Kahlil Gibran

L'uomo, come l'albero, ha un potenziale di crescita del tutto particolare. Si tratta, infatti, di una crescita che comporta un salto di qualità: dal seme, ad un livello completamente nuovo e differente. E' una crescita lenta ma esponenziale e salda. Nell'albero sono racchiuse silenziosamente qualità e informazioni invisibili che si manifestano nel tempo alla giusta occasione. L'albero è radicato alla terra ma vive in comunione con gli altri esseri e elementi, comunica con i suoi simili e colonizza terre nuove popolando la terra e alimentando l'aria.  Ogni singolo albero racchiude in sé anche la storia di tutti i suoi fratelli che sono stati tagliati via dalla furia del vento...o dall'uomo. Ogni albero è testimone del tempo, ogni corteccia ha la sua storia e milioni di invisibili cerchi da leggere...

                                                                      LIBERiAMOci

venerdì 29 novembre 2013

Poesieinfiore contro il femminicidio

Milano Poesieinfiore
Un tappeto di origami rosa a Milano con i versi di Alda Merini. Un prato di fiori rosa fatti in origami, nel Museo della scienza e della tecnica a Milano, per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. E i fogli da cui sono stati ricavati gli origami sono le pagine con la poesia 'Ogni mattina' della poetessa Alda Merini. L'iniziativa è stata realizzata dal portale MilanoFree.it

Milano Poesieinfiore
Ogni mattina 

Ogni mattina il mio stelo vorrebbe levarsi nel vento
soffiato ebrietudine di vita,
ma qualcosa lo tiene a terra,
una lunga pesante catena d'angoscia
che non si dissolve.
Allora mi alzo dal letto
e cerco un riquadro di vento
e trovo uno scacco di sole
entro il quale poggio i piedi nudi.
Di questa grazia segreta
dopo non avrò memoria
perché anche la malattia ha un senso
una dismisura, un passo,
anche la malattia è matrice di vita.
Ecco, sto qui in ginocchio
aspettando che un angelo mi sfiori
leggermente con grazia,
e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
con le dita vogliose di amore.



(Alda Merini- da La Terra Santa)






Milano Poesieinfiore




La poesia che si fa fiore, 
la carta che si fa denuncia
dell'orrore... e noi 
a coglierne petali 
come speranze
 lasciate scivolare 
sull'asfalto.

Milano poesieinfiore
Sempre a Milano in questi giorni è stato presentato presso la clinica Mangiagalli, lo spot "La violenza non si cancella: fermati", realizzato da SVS-Donna aiuta Donna onlus, grazie anche ai finanziamenti della regione Lombardia, del Comune di Milano e di Adei Wizo (Associazione donne ebree d'Italia). E' il primo spot rivolto all'uomo. Alla fine del video, il numero verde dedicato agli uomini che decidono di 'fermarsi', di smettere di 'maltrattare' le donne.




La Giornata contro la violenza sulle donne a Genova


La Giornata contro la violenza sulle donne a Palazzo Ducale
Genova

Scarpe rosse e l'acqua della fontana di piazza De Ferrari tinta dello stesso colore per ricordare le donne rimaste vittima di violenza.
Genova fontana di Piazza Ferrari

Scarpe rosse anche a Roma...dove il comune ha promosso numerose iniziative 
Roma

che hanno avuto il loro apice nel pomeriggio di lunedì 25 novembre quando palazzo Senatorio è stato illuminato di rosso. 
Roma


Dopo il saluto in Campidoglio alla presenza del sindaco Marino, dell'assessore alle Pari opportunità e degli altri membri della giunta e del consiglio comunale, la piazza ha accolto gruppi e associazioni femminili protagoniste della manifestazione “La violenza ci costa…la vita” con letture, canti, testimonianze, flash-mob teatrali e performance...
Roma la violenza ci costa la vita 






Anche a Firenze sono state organizzate iniziative per dire No alla violenza sulle donne. Un programma che  presenta una serie di eventi, fino al 5 dicembre. Il Comune di Firenze, inoltre, promuoverà una campagna di comunicazione con manifesti che, oltre a far riflettere, contengono l'indicazione concreta del numero da chiamare per trovare aiuto in caso di violenza: il 1522.
Scarpe rosse in piazza Santa Croce a Firenze

 La Cgil Toscana scende in piazza con uno sciopero indetto nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Uno sciopero che non prevede un’effettiva sospensione dal lavoro, ma un momento di riflessione collettiva invitando a recarsi al lavoro con un abito o un accessorio di colore rosso: una sciarpa, un paio di calze, un fazzoletto. Il sindacato guidato da Susanna Camusso distribuirà 5000 cartoline, che dovranno essere affrancate e spedite al presidente della Camera, Laura Boldrini. La parte posteriore della cartolina recita una frase, che sintetizza il pensiero della più importante organizzazione sindacale italiana: “La violenza contro le donne è una sconfitta per tutti”.

Femminicidio: no alla violenza sulle donne, il Flash mob in Santa Croce (NewPressPhoto)

L’evento  in Piazza S.Croce, si è svolto il 25, con l'esposizione ormai nota delle scarpe rosse per ricordare le donne scomparse, poi su proposta della commissione pari opportunità è stato esposto, un drappo rosso dal terrazzo del Salone dei Duecento.Infine venerdì 29 novembre, al Teatro 13 (via Nicolodi 2 inizio alle 20.30), è andata in scena la rappresentazione teatrale ‘Marcella o dell’uccisione dell’anima’. Ci sono poi il concorso, indetto da Arci Firenze, ‘A Zero Violenza!’ per un manifesto contro femminicidio e violenza sulle donne la cui premiazione è avvenuta oggi. Invece giovedì 5 dicembre, al Giardino dei Ciliegi, è in programma il laboratorio ‘La violenza invisibile’. 

ANCHE BARI SI TINGE DI ROSSO

Il maltempo non ha fermato il corteo cittadino promosso dall'assessorato comunale barese al Welfare, insieme con una rete di circa 70 fra associazioni, enti e istituzioni, per dire no alla violenza maschile sulle donne in occasione della Giornata mondiale contro la violenza di genere. In circa 400, indifferentemente donne e uomini, si sono così radunati in piazza Umberto per raggiungere piazza del Ferrarese, attraversando via Sparano. Una significativa adesione, vista la pioggia, rivendicano i partecipanti, ognuno dei quali oltre a portare ombrelli al seguito indossava qualcosa di rosso. In corteo anche la figlia di Caterina Susca, la donna uccisa a Torre a Mare da un diciottenne nigeriano.

Anche Perugia ha fatto la sua parte alle ore 17 a Palazzo dei Priori con il flash mob “percussioni, corpi in cerchio, parole di protesta”, ed alle ore 18 in Piazza IV Novembre: “danza, percussioni, emozioni e pensieri appesi alla Fontana Maggiore, punti informativi sulla violenza di genere”.
Sono anche felice di apprendere che Perugia è cresciuta sul fronte dell'assistenza alle donne e sulla sua emancipazione infatti sono in programma l'apertura di centri antiviolenza gestiti da operatrici professionali che hanno frequentato appositi corsi di formazione. Sono luoghi fisici in cui le donne vittime di violenza trovano aiuto, supporto psicologico e materiale, anche con i propri figli, se devono fuggire da situazioni non più sostenibili. I due centri di Perugia e Terni apriranno in gennaio. Ai centri saranno collegati anche i nuovi cinque punti di ascolto della rete regionale, aperti 24 ore al giorno per raccogliere segnalazioni e richieste di aiuto. In questi progetti operativi sono coinvolti altri Comuni e associazioni del volontariato.

Poi ci sono gli eventi virtuali ...tra questi ve ne voglio segnalare uno in particolare che ha termine oggi 30 novembre 2013 ed è organizzato dalla scrittrice poetessa Maria Teresa Infante* la quale si è proposta di creare questo evento per proteggere e promuovere i diritti e la libertà delle donne,  come lei stessa scrive nella descrizione di Ciò che Caino non sa


Clicca qui per partecipare e leggere le opere


Continua Maria Teresa scrivendo

"Nel mese scelto dall’UNESCO che vede il 25 novembre come giornata simbolo per L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, ho voluto, dare il mio piccolo contributo, per proteggere e promuovere i diritti e la libertà delle donne: ho sentito la necessità di parlarne alla maniera che conosco in una pagina che non è contro l’uomo, in quanto sesso contrapposto, ma è a difesa del diritto di essere donna, una pagina di sensibilizzazione aperta a tutti coloro che hanno qualcosa da dire con la loro arte, che sia poetica, pittorica, o fotografica, per dare voce al rispetto reciproco nella condivisione comune di emozioni sentite."


Alcune poesie contenute nell'evento e presenti nella raccolta "Quando parlerai di me" le lascio qui a testimonianza di quanti si impegnano giornalmente in difesa delle donne...


Coccinella

Sul salice ha lasciato
i suoi occhi neri e veri,
per confondere le lacrime
col pianto delle foglie,

e gliele asciuga il vento,
e le rapisce pioggia
e l’orma le calpesta
e non le chiede scusa.

Son lacrime di vetro
e non le vedi al sole,
ma tagliano le mani
se stringi per fermarle,
e aprono ferite
di antiche cicatrici,
richiuse dai lucchetti
di maschie vanità.

Lasciala andare via,
lascia che dia il sorriso
al salice che muore,
e che diventi arbusto
non più soltanto ramo.

Lasciala andare via,
lei vuole essere aria
soffiare sulle menti,
e vuole essere nuvola
scrosciare sopra i tetti.
Slega le sue caviglie
ha i lividi del tempo.
E scioglile i capelli
e panni stesi al vento
tra i vicoli del mondo
si inebrieranno al sole.

Lasciala a piedi scalzi,
falle sentire l’erba
vestita di rugiada,
falla ballare nuda
nel canto del mattino,
e come coccinella
riposerà su un petalo,
arrossirà di un tocco,
e timida e gioiosa
poi proverà a volare.

Lasciala andare via
lei vuole solo i prati.

Maria Teresa Infante
dalla silloge "Quando parlerai di me" 2012
@ tutti i diritti riservati



Mela a metà


Dono fedele
cuore di terra
ogni stagione 
ti vede figlia e
del reame sei la più bella.

Rapita al padre
ancora vergine
o quando il sole
ti ha già sposata.
La serpe atavica
mai condannata
ti ha resa rea:
o tentatrice
o dolce invito.

Mela a metà
o presa a morsi
o fatta a pezzi,
gustan la polpa
e i semi antichi
come coriandoli
lasciano al vento.
Bocche voraci
ti hanno spogliata
e lasciata nuda
in un campo di grano.

Mela a metà
rinascerai
come una sposa 
ti vestirai
e un’altra mano
ti coglierà.

Maria Teresa Infante
dalla silloge "Quando parlerai di me" 2012
@ tutti i diritti riservati



Dirai di me

Quando parlerai di me 
digli dei miei occhi scuri e stanchi 
Quando parlerai di me 
digli che ero acqua senza mare 
Quando parlerai di me 
digli che ero luna
 in fondo a un pozzo
 Quando parlerai di me 
avrai graffi e solchi sulla schiena
 Quando parlerai di me
 avrai dei da pregare senza altari 
Quando parlerai di me
 avrai vetri e piume tra le mani
 Quando parlerai di me 
saprai che non mi hai mai trovata
 saprai che io ti ho inventato 
saprai di parole controvento 

 E se parlerai di me
 sorriderai piangendo...

Maria Teresa Infante
dalla silloge "Quando parlerai di me" 2012
@ tutti i diritti riservati

Potete leggere altre poesie di Maria Teresa Infante nel sito di Oceano nell'anima




Dovremmo sempre camminare
 su un tappeto di poesie in fiore
 e se non possiamo farlo 
e se questo non è  nostro diritto 
allora è arrivato davvero
 il momento di gridare:

LIBERiAMOci


*Maria Teresa Infante è nata a san Severo (Fg) il 20 marzo 1961. Ha pubblicato i suoi scritti in una prima silloge poetica "Quando parlerai di me" Ediz. Rei (CN) nel novembre 2012. Presente in alcune Antologie, quali: Anime in poesia e Mille voci per Alda. Finalista con tre liriche nel primo Concorso che la vede come partecipante "L'oceano nell'anima" del sito web di Massimo Massa, in cui, successivamente entra a far parte della Redazione. Sesta al Premio Letterario Osservatorio di Bari con "Nei suoi panni"; due poesie selezionate al concorso "Premio Alda Merini" di Catanzaro, di cui "Voglio sentire", ottiene la seconda posizione. Si classifica seconda anche nell'estemporanea di poesia di Roma con "Il mondo fuori".


PREMIO ALDA MERINI DI POESIA

Parlando di donne e di Alda Merini vi ricordo  la terza edizione del Premio "Alda Merini" di poesia a Catanzaro: iniziativa letteraria, molto seguita, che in sole due edizioni è diventata la prima del genere in Italia per numero di adesioni e che, proprio per la sua altissima qualità, ha ricevuto l'adesione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Promossa dall'Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, all'edizione di quest'anno hanno già aderito il maestro Giovanni Nuti, interprete dei testi della Merini; la figlia di Alda, Emanuela Carniti, e il noto orafo crotonese Michele Affidato che realizzerà i premi in argento previsti per i vincitori.

Al premio si partecipa gratuitamente, inviando da una a tre poesie inedite, a tema libero, ciascuna delle quali non deve superare i 30 versi. Le poesie, firmate su ogni foglio e corredate dell'indirizzo dell'autore, dovranno essere spedite all'Accademia dei Bronzi, Via Sicilia, 26 - 88100 Catanzaro, entro il 10 dicembre 2013. Per eventuali chiarimenti o per richiedere il regolamento di partecipazione è possibile scrivere a premioaldamerini@libero.it o inviare un fax al n. 0961.782980. Le migliori opere partecipanti saranno pubblicate in un'apposita antologia, dal titolo "Ho conosciuto Gerico", che l'Accademia dei Bronzi presenterà nel corso della cerimonia di premiazione programmata per il mese di aprile 2014.

Ho partecipato anche io a questa edizione (come anche lo scorso anno) inviando una lirica molto forte dal titolo Metempsicosi che parla proprio del dolore di una donna e della sua resurrezione... dolore e speranza in un unicum spazio-temporale che raccoglie emozioni, misticismo e denuncia sociale.

Voglio chiudere così oggi...



Valentina Meloni