LIBERiAMO Poesia

 
La poesia non andrebbe spiegata perchè si rompe la meraviglia della scoperta fatta da se. La poesia andrebbe "indossata", sedimentata, fatta nostra ... solo che noi abbiamo sempre il concetto scolastico di poesia con la parafrasi, il fatto di doverla imparare a memoria ecc...
Tutte cose che di certo non ce l'hanno fatta amare ma che sono state necessarie ad imparare la lingua e le espressioni. Il fatto è che, una volta adulti, dovremmo svincolarci da questo modo di leggere e iniziare a usare le nostre capacità anche quando le riteniamo inadeguate, perchè leggere è sempre la più grande scuola, leggere libri, si leggere le persone anche. Solo che per la poesia, come anche per le persone ci vuole tempo. Spesso mi capita di rileggere poesie a distanza di anni poesie cui prima non avevo dato peso poi mi paiono meravigliose. E' il lasciare decantare le parole, è l'esperienza maturata, sono le letture intraprese, la nostra crescita emotiva e spirituale, il tempo che dedichiamo alle "parole buone" (non alle frasi fatte) che aprono gli occhi. Non basta leggere una poesia per conoscere il poeta e così non basta conoscere il poeta per capirne la poesia. La poesia va meditata, centellinata, va presa in piccole dosi e quelle giuste. Se la poesia è il canto intimo di cuore se davvero sgorga da lì, allora è lì che dovremmo porla a maturare. La vera poesia non smette mai di dare buoni consigli e ispirazioni... la vera poesia non muore mai negli occhi del lettore ma vola altrove ... la vera poesia ha le ali e sa piantare semi.
(Valentina Meloni-30 agosto 2012)



Attilio (Roberto Benigni)
Su su... svelti eh, svelti, veloci...
Piano, con calma. Non v'affrettate, eh...
Poi non scrivete subito poesie d'amore, eh!
Che sono le più difficili aspettate almeno almeno un'ottantina d'anni eh...
Scrivetele su un altro argomento, che ne so su... su... il mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco, che non esiste una cosa più poetica di un'altra, eh?
Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro!
Cos'è la poesia? Non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia sei tu!
E vestitele bene le poesie! Cercate bene le parole! Dovete sceglierle!
A volte ci vogliono 8 mesi per trovare una parola!
Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere!
Da Adamo ed Eva: lo sapete Eva quanto c'ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta? Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa...
Ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre!
Innammoratevi! Se non vi innammorate è tutto morto! Morto, tutto è...
Vi dovete innammorare e diventa tutto vivo, si muove tutto, dilapidate la gioia!
Sperperate l'allegria! Siate tristi e taciturni con esuberanza!
Fate soffiare in faccia alla gente la felicità! E come si fa? Fammi vedere gli appunti che mi son scordato! Questo è quello che dovete fare! Non son riuscito a leggerli!
Per trasmettere la felicità bisogna essere felici. E per trasmettere il dolore bisogna essere felici. Siate felici! Dovete patire, stare male, soffrire, non abbiate paura a soffrire, tutto il mondo soffre! Eh?
E se non avete i mezzi non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto! Avete capito?
E non cercate la novità, la novità è la cosa più vecchia che ci sia.
E se il pezzo non vi viene da questa posizione, da questa, da così, beh... buttatevi in terra! Mettetevi così! Eccolo qua... Oh! È da distesi che si vede il cielo! Guarda che bellezza, perché non mi ci sono messo prima!?
Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono!
Fatevi obbedire dalle parole! Se la parola... "muro"! "Muro" non ti dà retta... non usatela più per 8 anni, così impara! Che è questo? Boh! Non lo so!
Questa è la bellezza! Come quei versi là, che voglio che rimangano scritti lì per sempre!..
Forza cancellate tutto.

dipinto La “Vecchia Tigre nella neve”di Katsushika Hokusa. Questo è probabilmente uno dei suoi ultimi quadri, dipinto quando, ormai vecchio e malato, sentiva che lo forze lo stavano abbandonando, ma non la voglia di dipingere.
La tigre, pur vecchia e malandata, ha infatti dipinto sul volto un sorriso sornione, quasi umano, e il suo sguardo è rivolto beffardamente verso l’alto. Si può dire che fu quasi un autoritratto!































Manifesto per la poesia di strada e l’assalto poetico
(Milano, 2001)

…la poesia di strada nasce gettando parole tra le vie, pugni di semi nel vento, è sensazione precipitata in sassi d’assalto tra lo snocciolarsi scomposto di questa città. Versi come pioggia tra le genti, inzuppate fin’oltre l’orlo dell’attenzione, senza corte di dotti ne corona, perché d’ovunque e da sempre, una pagina bianca è una poesia nascosta…



 " il poeta sei tu che leggi" questa frase ormai si legge un pò ovunque ...persino a Roma lungo i muri del Lungotevere Vaticano, tra ponte Sant’Angelo e ponte Vittorio, è apparsa anche in viale Gadio a Milano e c’è persino un gruppo su Fb....ma chi sarà stato il primo a dirla? Nessuno lo sa...Un assioma di Gregorio Magno recita “Scriptura crescit cun legente” (La Scrittura cresce con colui che la legge) un bel significato ma non è la stessa cosa.Ho trovato nella mostra "poesia viva" a cura di Jacopo Perfetti un'opera con questo titolo dove si spiega la logica di poetica d'avanguardia di questa frase e di questa scritta che come opera d'arte assalta i muri delle città e fa partecipe il lettore a vivificare il ricordo dell'agire poesia che vede te, noi, al centro dell'esperienza poetica e della diffusione della poesia stessa.

 




Un po' scapigliato, un po' bohèmien, seduto sul suo panchetto, con un cartello ti avverte che con lui puoi appropriarti di due dita di poesia, originali, uniche e irripetibili, scritte solo per te. Alza la testa, ti guarda tra l'ironico e l'indagatore, poi via, rapidi gesti, ti dona un piccolo foglietto bianco, con pochi versi e una grafia minuta: è la tua poesia.

Eccolo in strada, serio sul suo sgabello, dietro al leggio con il cartello...
"Il Poeta Silvestro Sentiero"

A pranzo,nel profumo dei sughi,
ascoltavo filastrocche
venire dal tuo amore.
Eri,nella cornice perfetta,
placido sguardo
a cui affidare pensieri.
Seduta sul manubrio
mi spalmavi
carezze sulle orecchie.
Nessuno scopo,
solo passeggiare,
soffiare sui papaveri,
farli squillare.

Silvestro Sentiero (poeta di strada)

Ho dedicato gran parte della mia vita alla scrittura filantropica. Più di ogni altra cosa mi piace impugnare la penna e parlare degli altri. La mia maniera di sentirmi utile e soddisfatto è quella di donare me stesso mediante la poesia.

La prima volta che mi fermai in una piazza, con una risma di fogli e la profonda attenzione ai passanti, la scrittura fluì fino a formare un capannello con centinaia di adulti e bambini, ai quali dedicavo versi veloci e ispirati, senza mai ripetermi o stancarmi, sempre meravigliato per la mia innata capacità di cogliere talvolta l’essenza degli altri. Dopo quella performance, non mi sarei mai aspettato che la mia vita potesse cambiare rapidamente da un giorno all’altro con una tale intensità. L’utopia era diventata realtà. Ritornai in strada. La gente mi accoglieva dandomi forza ed entusiasmo per continuare a scrivere ore e ore per loro.

I versi che dono alla gente mi rendono felice. Vicino alla gente mi sento in contatto con le parti migliori di me stesso: umiltà e fantasia.

(Silvestro)
http://www.silvestrosentiero.it/







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